Riina intercettato ‘difende’ Mancino, mai trattato

(ANSA) – PALERMO, 1 SET – Nelle oltre 1350 pagine di intercettazioni in carcere del boss Toto’ Riina, ascoltato per mesi dalla Dia mentre conversa col detenuto pugliese Alberto Lorusso, spunta la “difesa” dell’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino, imputato nel processo sulla trattativa Stato-mafia di falsa testimonianza.
Il padrino corleonese che in ore di dialoghi ricorda le “gesta” crudeli degli anni in cui venivano uccisi i magistrati ed esprime tutto il suo disprezzo verso personaggi in prima linea contro la mafia come don Ciotti, smentisce che Mancino abbia avuto un ruolo nella trattativa. Tesi piu’ volte ribadita dal pentito Giovanni Brusca. “Ma che vogliono sperimentare che questo Mancino tratto’ con me?…loro vorrebbero cosi’, ma se questo non e’ avvenuto mai!”, dice Riina il 12 agosto 2013.
“Vogliono confermare che c’e’ stato questo collegamento”, gli risponde Lorusso, sempre informatissimo sull’inchiesta sul patto stretto tra mafia e Stato. “Si’, si’ – risponde Riina – Ma se non c’e’ stato”.
Quanto a Massimo Ciancimino, testimone e imputato al processo sulla trattativa, Riina crede che parli per interessi economici. “Penso di si’ – spiega – Penso che vuole i soldi”. Il boss in un  passaggio smentisce anche il racconto di Ciancimino jr che lega l’arresto del padrino corleonese all’intervento del boss Bernardo Provenzano e del padre Vito Ciancimino. “Io, mio padre,
il colonnello Mori convincemmo Provenzano a fare arrestare Riina – dice Riina riportando le dichiarazioni del teste – Ma santo cielo, tu Ciancimino sei un folle di catene”. “C’e’ un pentito – spiega il boss riferendosi al ruolo del collaboratore Balduccio Di Maggio nella sua cattura – c’e’ uno che e’ andato con gli sbirri la’ con il furgone”.
Poi tornando a Mancino ricorda quando, a luglio del 1992, mentre l’ex politico era alla guida del Viminale, oltre 7mila detenuti vennero portati nelle supercarceri dell’Asinara e di Pianosa. “Vogliono accusare Mancino – dice – Minchia… un nemico numero uno. Nemico numero uno, quello e’ un nemico degli italiani, quello e’ un nemico della mafia, no un amico”.
Le intercettazioni delle conversazioni di Riina sono state depositate a luglio scorso al processo in corso davanti alla corte d’assise di Palermo e messe a disposizione delle difese degli imputati.  Il dibattimento riprendera’, dopo la sospensione estiva delle udienze, il 25 settembre, data in cui e’ previsto l’esame dell’ex segretario dc Ciriaco De Mita. (ANSA).

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