Fuoco Amico

Il governatore raccoglie grandi consensi. Su Facebook e fra i più giovani. Ma è dalla sua “parte” che arrivano le critiche più dure. Su affari come sanità, rifiti urbani e parchi eolici

La “fabbrica di Nichi” ha un conto economico dissestato, visto che l’ultima chiamata alla urne, che gli ha conferito il secondo mandato, ha fatto registrare un secco -11%.
Ma lui, malgrado questo riscontro non proprio positivo, sogna. Ambisce a palazzo Chigi e pretende di poter competere alle primarie “in casa” Pd, un partito che non è il suo, per farsi consacrare “re” del centrosinistra e tentare di esportare il “modello Puglia” in tutto il Paese.

Al momento, grazie ad un uso sapiente delle regole del web 2.0 in salsa pugliese e allo staff della “Fabbrica zero”, composto da creativi, spin doctor e comunicatori che lavorano per lui (ma pare siano in gran parte anche suoi consulenti alla regione Puglia), si può accontentare di essere il re dei “mi piace” su Facebook: oltre 520mila.

Più di Berlusconi. È, insomma, il leader di quella che il sociologo pugliese, Onofrio Romano, definisce in un suo studio, Le fabbriche di Nichi. Fenomenologia di una comunità politica post-democratica, pubblicato da Laterza, una “democrazia tribale” proiettata alla venerazione della figura carismatica del capo.
Visto da sinistra, superando anche l’orecchino, Vendola, 53 anni suonati, trenta dei quali passati a fare politica, sembra avere davvero grossi difetti.

Il suo modello politico, svela lo studio del sociologo, è improntato alla perenne emergenza che mette sempre gli “operai delle fabbriche”, che in molti considerano ormai oggetti vintage, davanti al fatto compiuto e quindi non in condizione di incidere realmente sulle scelte e sulla formazione dello staff.

Nicola Vendola, però, è amato dagli imprenditori pugliesi anche perché «nel 2009 la Puglia è stata la prima regione d’Italia – dice il professore Federico Pirro che è componente della “task force lavoro” della Regione – per finanziamenti erogati alle aziende industriali: 536 milioni di euro».

Inoltre, il governatore può contare sul sostegno di Conἀndustria che «non lo attacca perché hanno una batteria d’incentivi a disposizione», sottolinea Pirro elencando gli ottimi rapporti del governatore con Nuovo Pignone, Sanofi Aventis, Vodafone, Alenia, Ghetrag e Bosch. Di suo, in questo feeling con il mondo imprenditoriale, Vendola ci mette molto. Non a caso, più volte, dopo aver pubblicizzato un diniego, il governatore pugliese si è trovato a dire, come svela lo stesso Pirro, «se il territorio lo vuole non sarò io ad oppormi».

Vendola, di recente, può contare anche sulla “leale collaborazione” del ministro Raffaele Fitto che gli ha sbloccato 880 milioni di euro nell’ambito di «un’intesa per ribadire in modo concreto – ha sottolineato l’esponente del Pdl – la collaborazione tra le istituzioni ed avviare il lavoro congiunto iniziato da tempo tra il ministero degli Affari regionali e regione Puglia».

Di simpatie, dalle parti in cui vorrebbe, e dovrebbe, raccogliere consensi per fare dopo “una Puglia migliore” anche una “Italia migliore”, il brand “Nichi”, però, non ne riscuote moltissime.
«Penso che non sappia organizzare al meglio il lavoro della regione. Aveva fatto una giunta di qualità scegliendo gli assessori nelle università – dice l’ex assessore Marco Barbieri – ma poi ha cambiato.
Se avesse contato più sull’organizzazione che sulle sue capacità carismatiche avrebbe potuto fare molto di più. Parlare di difetti – conclude possibilista il docente di Diritto del lavoro a Foggia – aiuta a correggerli».

Nicola, in passato, era un «polemista dal pensiero violento e dal linguaggio stridulo», come lo ricorda Giampaolo Pansa in Carta straccia, e aveva attaccato violentemente i politici di sinistra: il livido D’Alema, il cingolato Fassino, il mussoliniano Di Pietro, il caporalmaggiore Ranieri e un uomo chiamato Emma, la Bonino.
Più volte transfuga, dopo non aver accettato le sconfitte dovute a democratiche votazioni all’interno delle assemblee dei partiti della sinistra, Nicola ha deluso, soprattutto a sinistra, nel campo della sanità. E non solo per le vicende giudiziarie, ma perché la sanità era stata il suo cavallo di battaglia per battere Fitto.

Ad oggi, Vendola ha disposto la chiusura di 19 ospedali e deve “cancellare” altri 700 posti letto. «Se avessimo accettato il piano di riordino proposto da Fitto – dice Mimmo Lomelo coordinatore regionale dei Verdi ed ex assessore della giunta Vendola – probabilmente oggi la situazione sanitaria in Puglia sarebbe migliore. Faccio autocritica».

In verità, numeri alla mano, l’autocritica di Lomelo si basa anche sulla critica, giunta dagli elettori, alla prima amministrazione Vendola. Al momento di rinnovare la fiducia al governatore con l’orecchino, la maggioranza dei pugliesi aveva scelto: cambiarlo subito. Sottraendogli ben 129mila voti.

Ma la riconferma per Vendola è arrivata lo stesso, perché gli avversari si sono presentati divisi in due liste e ciò ha fa-vorito la sua vittoria, anche se con una risicata maggioranza.
Quello che Lomelo non “perdona” a Nicola, oltre al fatto di «aver passato sei mesi del 2010 ad insultare i socialisti, i verdi, i partiti della sinistra, Di Pietro e, da ultimo, il Pd», è la convenzione con il San Raffaele di don Verzé che «fino a luglio del 2009 era a totale carico della struttura milanese o dei fondi europei e poi, da agosto dello stesso anno, è passata a carico della regione: 60 milioni prima, diventati 210 oggi».

Appunti critici arrivano a Vendola anche per la gestione dei “bollenti spiriti”, un programma per le politiche giovanili nato per ottimizzare i fondi mal spesi dalle società di formazione ma che, in alcuni casi, sembra siano finiti ugualmente a società pugliesi operanti nello stesso settore che, astutamente, avevano trasferito la sede sociale in Inghilterra.

Le critiche, però, Nicola Vendola, sembra non gradirle molto e le sue reazioni sono sempre veementi. Ne sa qualcosa il giornalista del Corriere della Sera, Carlo Vulpio, che sostiene di essere rimasto vittima, nel 2005, di un “editto di Bari”, emanato nei suoi confronti dal governatore pugliese – in tutto e per tutto uguale a quello “bulgaro” di Berlusconi – dopo aver scritto su Vendola cose sgradite, ma non querelate, sulla discarica di “Grottelline” ma anche di eolico che «in Puglia è l’affare al cubo, l’eldorado, più che in Sicilia e Sardegna».

(da IlSud)

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