Mommy, ottima prova del 25enne Dolan

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Dopo Boyhood un altro splendido film sul rapporto genitore-figlio: Mommy. Stavolta, però, il punto di vista non è quello del figlio, ma è lo sguardo esterno, quasi documentaristico del regista, che rende partecipe lo spettatore di una (cosiddetta) “disfunzione” familiare. Un figlio “disadattato” e una madre che tenta, con tutto quello che implica il suo ruolo (amore, sensi di colpa, protezione, paura), di “salvarlo”. Il regista Dolan (appena 25enne) si dimostra un vero talento della macchina da presa alla quale affida il compito di documentare, anche grazie alla scelta di restringere e allargare l’inquadratura, secondo gli stati d’animo dei protagonisti.

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